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Sardegna : I "Comuni in Terra Cruda"
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Chi siamo

La Sezione Sardegna, prima promotrice dell’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, è rappresentata da un alto numero di Comuni iscritti: Samassi, Villamassargia, Serramanna, Ussana, Vallermosa, San Sperate, Musei, Samatzai, Serrenti, Segariu, Nuraminis, Selargius, Guasila a cui si è aggiunto di recente Solarussa.

Per il gruppo sardo l’Associazione è il risultato naturale di lungo un percorso di sensibilizzazione, condotto a partire dalla fine degli anni ’80 a livello locale, ai temi del riconoscimento e della tutela del patrimonio architettonico tradizionale in terra cruda e dei suoi sviluppi contemporanei. Le prime riflessioni riguardanti questi temi sono emerse infatti durante il convegno tenutosi a Quartu nel 1990, in cui per la prima volta esperti del settore di fama mondiale (Hubert Guillaud – CRATerre, Alejandro Alva Balderrama – ICCROM, Eugenio Galdieri – ICOMOS, Mauro Bertagnin – CRATerre) hanno messo in risalto l’importanza in termini sia quantitativi che qualitativi del costruito in terra dell’isola.
A questo primo incontro sono ne seguiti diversi altri:

  • Oristano 1991 - "Architetture di terra cruda: storia, attualità e avvenire di un modo misconosciuto di costruire";
  • Assemini 1996 - "L'architettura in terra. Tradizione e innovazione: esperienze locali, contributi europei";
  • Villamassargia-Samassi 1998 - "Abitare la terra. Esperienze e proposte recenti in tema di recupero, riuso e riutilizzo del materiale terra";
  • Quartu Sant'Elena 2000 – Terra Cruda 2000;
  • Serrenti 2002 – Architettura Sostenibile, Una Normativa per la terra cruda.

I responsabili dell’avvio di tale attività divulgativa, a cui va il merito dell’azione pionieristica in un campo allora poco frequentato sono il prof. A.Sanna e gli arch. I. Garau, A. Baldussi, L. Melis, fondatori dello storico gruppo cagliaritano Arch-Terra, i quali hanno coinvolto nella propria passione non solo tecnici e progettisti, ma anche amministratori pubblici e impresari, riunendoli in associazioni di ambito nazionale e regionale. Insieme, professori universitari, progettisti, cultori hanno approfondito nel corso degli anni lo studio delle architetture tradizionali, in cui spesso la terra cruda è il materiale da costruzione principe, raccogliendo in quantità materiale fotografico, d’archivio, facendo rilievi grafici di singoli fabbricati e di interi quartieri.

A partire dalla metà degli anni ’90, ad opera di alcuni amministratori locali, si intraprendono una serie di iniziative atte a dimostrare la precisa intenzione delle amministrazioni di valorizzare i centri storici locali riappropriandosi di materiali e tecniche costruttive oramai abbandonate. Si avviano così i primi cantieri di recupero di edifici pubblici, vere e proprie dimostrazioni sulle qualità e capacità del materiale tradizionale. Edifici che si trovano sotto gli occhi di tutti e che fanno rivivere ricordi di manualità e capacità costruttive antiche in antichi edifici che diventano nuove biblioteche, centri di documentazione, musei, centri abitativi e ricreativi per anziani, sale polifunzionali...

È dall’interazione di questi amministratori che per la prima volta si sente la necessità di coordinare le varie attività promuovendo la nascita di una rete locale che coinvolga i Comuni interessati. Viene siglato in Sardegna nel 1996 un protocollo d’intesa tra 13 Amministrazioni comunali che si impegnano a riconoscere la comune matrice rappresentata dalle architetture di terra, e a conservare e valorizzare il patrimonio esistente, promuovendo al contempo una serie di iniziative volte alla sensibilizzazione popolare. Alla firma di questo protocollo segue nel 1998 la formalizzazione dell’atto con la creazione di una vera e propria Rete di Comuni della Terra Cruda, in cui vengono definiti con precisione gli impegni e le azioni da intraprendere nell’interesse comune.

La Rete di Comuni della Terra Cruda, promotrice dell’Associazione Nazionale, ne è stata assorbita alla stipula dell’atto notarile siglato a Samassi nel febbraio 2002.


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  Sito del Dipartimento di Architettura - Università di CagliariA cura del Centro Studi e Ricerche sull'Architettura regionale in Terra Cruda Dipartimento di Architettura